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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Fiat perde punti negli USA

    Se in Italia il gruppo FCA la fa quasi da padrone di casa, negli USA invece potrebbe essere visto come l’ospite silenzioso. Tante vetture restano molto a lungo presso i rivenditori in attesa di un acquirente, infatti i rivenditori americani trovano difficoltà nel vendere un’automobile FIAT, questo porta inevitabilmente ad un calo della domanda.

    Il 2016 non è stato roseo in quel degli Stati Uniti, con un crollo del fatturato pari al 19% per i primi 11 mesi dell’anno per un totale di 30.136 modelli. Il modello di auto meno venduto è la FIAT 500, la percentuale di discesa si aggira sul 37% (14.026 vetture). Anche per la 500L le vendite sono diminuite del 59% a 3.016 pezzi. Di contro la Fiat 500X invece ha conquistato una salita del 40%.

    Consumer Reports ha dunque effettuato una valutazione classificando Fiat con un punteggio di 5 su 100. Il magazine ha affermato che Fiat è un enorme conglomerato italiano, che include tutti i marchi Chrysler in portafoglio. Il marchio Fiat è stato reintrodotto negli Stati Uniti nel 2011 con la 500. Nonostante un look accattivante e una divertente esperienza di guida, molti aspetti limitano il suo fascino. L’affidabilità è molto bassa. La 500L ha dimostrato progressi insignificanti nei nostri test e per il terzo anno consecutivo è tra le nuove auto meno affidabili nel nostro sondaggio sull’affidabilità. Il crossover 500X è elegante e ha una serie di caratteristiche di sicurezza disponibili, ma ha avuto una performance piuttosto mediocre nel nostro test”.

    In sostanza il giudizio esprime un’idea della casa automobilistica italiana, in America, non del tutto positiva, ma comunque realistica. Fiat deve provvedere ad aumentare la sensazione di affidabilità, spazio e comodità, lasciando un po’ da parte l’aspetto esteriore, il modello 500 in America è un gioiellino, quasi una rarità, non una comodità. La produzione, vendita e utilizzo di un’auto va contestualizzata sempre, inserita in un paese diverso, con abitudini, gusti e necessità diverse. Gli Usa non sono l’Italia e viceversa.

     

    Di Costanza Tagliamonte

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