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venerdì, 19 Aprile 2024
  • Dal caso “Dieselgate” a nuove opportunità di rilancio dell’automotive

    Quali saranno le ripercussioni del caso "Dieselgate" sulla filiera e sul prossimo futuro dell’auto? L’inchiesta in corso potrà aprire la strada a una più ampia diffusione dei veicoli elettrici? A queste domande ha cercato di fornire delle risposte uno dei workshop della nuova edizione di #FORUMAutoMotive: il serbatoio di idee e centrale di dibattiti sui temi della mobilità a motore, tornato protagonista a Milano presso l’Auditorium Bosch. Di fatto è stato il primo ampio confronto pubblico tra settore automotive, opinionisti e pubblico all'indomani del “dieselgate”. Il primo a esprimersi sul tema è stato il promotore di #FORUMAutomotive, Pierluigi Bonora: “Il messaggio che #FORUMAutomotive vuole far passare è costruttivo. Il caso ha fatto emergere i tanti detrattori spesso strumentali dell'automobile, gli stessi che tifano contro il sistema Volkswagen, senza rendersi conto del cataclisma che un eventuale suo crollo causerebbe all'economia europea e all'occupazione, con pesanti ricadute sul nostro Paese. Sarebbe un terremoto di proporzioni inimmaginabili, visti i tanti lavoratori italiani e le tante imprese che dipendono in Italia e all'estero dal colosso di Wolfsburg. Ora il settore deve più che mai fare gruppo e lavorare in direzione di un repentino recupero dell'immagine e informare con chiarezza e trasparenza l'opinione pubblica sullo stato dell'arte dell'impegno dell'auto a favore dell'ambiente e della sicurezza. Anche la comunicazione deve girare pagina: basta con i "mea culpa" che non fanno altro che instillare nuovi dubbi e preoccupazioni, ora sono necessarie azioni concrete per riconquistare la fiducia. Dalle crisi possono nascere nuove importanti opportunità".  Ma quali conseguenze avrà il dieselgate sulla filiera dell’automotive? In alternativa al diesel l’auto elettrica sembra essere l’unica soluzione per far rientrare le emissioni di CO2 nei futuri limiti posti dall’Unione Europea, ma siamo pronti per una diffusione su larga scala delle auto a emissioni zero? Su questi temi si sono espressi diversi esperti dei settori coinvolti. Una diffusione di massa dei veicoli elettrici richiede oggi un preciso piano energetico, la produzione e la distribuzione di energia elettrica. Soggetti in prima linea sono quindi l’Authority dell’Energia e operatori come Enel Energia. A Milano, a rappresentare la prima è  intervenuto Andrea Caizzi (Direzione Infrastrutture, Unbundling e Certificazione – DIUC), per la seconda Alessandro Cicerchia che, all’interno della società, riveste il delicato ruolo di  Responsabile per la Mobilità Elettrica. Un ruolo strategico sulla mobilità elettrica l’Authority lo gioca a proposito delle tariffe che rappresentano, per quanto riguarda i consumatori, la parte del prezzo pagato per l'utilizzo della rete (trasmissione, distribuzione e misura)  e per gli oneri generali di sistema, mentre il prezzo dell'energia vera  e propria (kWh) è determinato da logiche di mercato. In assenza di una esplicita incentivazione della fornitura di energia elettrica per autotrazione (incentivazione che può derivare solo da una normativa primaria), l'Autorità è tenuta a definire le tariffe nel rispetto del  principio generale della "riflettività dei costi", evitando impropri sussidi incrociati.
     

    La posizione di Asconauto

    Giorgio Boiani, vicepresidente di Asconauto (Associazione dei Consorzi dei Concessionari), vede strettamente connesse la vicenda del dieselgate e la crescita di auto a emissioni zero. “Il dieselgate ha generato crescenti preoccupazioni per i concessionari delle officine del gruppo Volkswagen. I nostri associati hanno sofferto dell'assenza di informazioni da parte della Casa su cosa stava succedendo e su come comportarsi con i clienti. Credo vada premiato il senso di coesione che li ha uniti per far fronte all'emergenza. Se il dieselgate dovesse portare alla corsa all'elettrico ritengo che ciò possa rappresentare un problema per reti che non sono certo preparate a un’escalation di queste vetture. Non vorrei che la vendita di auto elettriche aggravasse i problemi della filiera, per esempio con comportamenti simili a quello già tenuto da Tesla che salta i dealer nei rapporti coni clienti”

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