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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Aftermarket e social: 5 consigli per avere successo

    Secondo Newswhip, portale specializzato in analisi di marketing digitale e in  strategie di social media, Nissan è il brand automobilistico che su Facebook è riuscito ad ottenere sinora il miglior engagement sia in termini quantitativi che qualitativi. Rispetto agli altri marchi ha il maggiore numero di like it e il maggior tasso di condivisione di contenuti postati (seguono Ferrari, Mercedes Benz, Kia Motors e Porsche). Un dato significativo che testimonia come i produttori di automobili adoperino ormai, in maniera intelligente, i corner social per fare attività di storytelling aziendale e di brand content. Ma la strada della comunicazione 2.0 non è soltanto percorsa dalle case costruttrici. Ma è un tracciato che seguono anche i player della componentistica automotive. Un caso è quello di Brembo, specialista del frenante, che ad oggi conta sul social di Zuckerberg  più di 1milione di fan e 19mila follower su Twitter. Anche in ambito aftermarket, diverse sono le aziende che si misurano con questo tipo di comunicazione da cui oggi non si può più prescidendere visto la possibilità, non solo di arrivare ad un pubblico vasto, ma di dialogare con esso al fine di migliorare e affinare sempre più i propri servizi in ottica di copartecipazione al business aziendale. Proprio da questo importante presupposto, vogliamo partire per dare, a chi di voi si accinge ad operare sui social o chi già lo sta facendo, una breve guida su come gestire al meglio la comunicazione su questi canali. Ovvero come poter fare social media sui social network.

     

    Prima regola: non è un gioco, è un lavoro

    L’iscrizione gratuita non vuol dire assolutamente che tutti possono aprirsi, ad esempio, una brandpage su Facebook o un canale brandizzato su Twitter. Ci vuole professionalità e managerialità al fine di costruirsi una community alla quale veicolare messaggi e con la quale interagire, ascoltando. Quante volte ci capita di vedere pagine obsolete, risposte non date o addirittura censure ai post! Tutti errori da evitare nel modo più assoluto se un’azienda vuol essere social.

    L’importanza della pubblicità

    E’ vero è gratuito scrivere sui social. Ma per aumentare strategicamente la propria visibilità è fondamentale fare azioni periodiche e mirate di advertising 2.0. Diverse sono le soluzioni pubblicitarie offerte dai social network. Ed anche qui serve un’opera di intelligence per strutturare al meglio la propria adv perfettamente cucita sulle specifiche esigenze comunicative che l’azienda ha in quella precisa circostanza storica.  L’aspetto interessante ( e siamo certi che vi farà contenti) è che non è necessario investire enormi budget economici. Anche con piccoli (ma giusti) investimenti si può arrivare agli obiettivi prefissati.

    Non sono canali di vendita

    Chi pensa di utilizzare i social veicolando prezzi e promozioni in maniera esplicita si sbaglia di grosso! Non nascono come canali di vendita. Ma come strumento di comunicazione che deve migliorare la propria immagine (brand awareness). Avere una buona immagine vuol dire aumentare la propria reputazione. E chi ha una buona reputazione influenza le decisioni d’acquisto, sposta la clientela a scegliere i propri prodotti rispetto a quelli dei competitor.  

    Sono tanti: ma chi l’ha detto che bisogna essere presenti su tutti!

    Un altro errore comune che spesso si commette è quello, appena messo piede nel ricco universo social, di presidiare tutti i canali sia quelli orizzontali che verticali. E’ la prima buccia di banana da evitare se non si vuol scivolare una volta entrati nel mondo 2.0. Va fatta, di contro, un’analisi di scenario iniziale basata su valutazioni quantitative (i tuoi competitor dove sono presenti?) e su parametri qualitativi (quali sono i post dei tuoi competitor che ottengono le maggiori interazioni). Un prezioso patrimonio di dati che, poi, il buon social media specialist di turno deve matcharli con quelli che sono le aspettative, le finalità che l’azienda vuol raggiungere, utilizzando la leva social.

    Il sito web risulta strategico

    Abbattiamo (forse) un luogo comune di oggi. Il sito web non è morto. Anzi, in questo contesto, risulta ancora più strategico di prima. Il consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di utilizzare i social come porta d’ingresso al website. Insomma dal 2.0 all’1.0. In pratica, spostare l’interesse dei vostri utenti sul portale aziendale, adoperando come chiave di stimolo appunto i social. Tutto sta nella vostra capacità di fare un buon social media plan e post che portino l’utente ad una call di action: ovvero al click sul vostro portale. Qui saranno in grado di trovare tutte le informazioni aziendali e di prodotto e farsi dunque un’idea più approfondita di quello che siete. Se si riesce in questo: il risultato è premiante.

     

    I numeri non contano

    Infine ricordate una cosa: non contano gli spettattori, ma gli applausi. Meglio avere una brandpage (profilata) con pochi fan che vi seguono, interagiscono, rispondono, condividono che possedere una fanpage di milioni e milioni di utenti aridi e asettici. 

    Stefano Belfiore

     

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